Le leggende aborigene australiane sono una parte molto importante ed interessante della storia dell’Australia.
Scopriamole insieme.
Le leggende aborigene australiane: Il popolo aborigeno
Innazitutto, vediamo un po’ la storia della prima popolazione del continente australiano.
Raggiunsero l’Australia circa 60 000 anni fa.
Questo dato, però, non è stato ancora confermato. Alcuni studiosi hanno datato delle incisioni rupestri a 45 000 anni fa, ma presumono ve ne siano anche di più antiche.
Il nome aborigeno deriva dal latino ab origine “fin dall’origine” ed il suo primo uso in Australia risale al 1789.
Le popolazione aborigene, quindi, sono riuscite a sopravvivere a diversi cambiamenti climatici, sapendosi sempre adattare al meglio.
Sul continente australiano si svilupparono una gran moltitudine di clan. Si contano, per esempio, circa 200 lingue diverse.
All’arrivo degli europei (1770) erano presenti circa 200 000 aborigeni. In seguito, vennero drasticamente decimati dai colonizzatori, riducendo la popolazione, addirittura, del 90%. Ciò fu dovuto, oltre ai massacri e agli avvelenamenti (in particolare di cibo ed acqua), dalle malattie che furono importate dagli europei, come varicella, vaiolo ed influenza, di cui le antiche popolazioni australiane non erano a conoscenza e non avevano alcuna resistenza immunitaria.
Tuttavia, le popolazione dell’entroterra, soprattutto dell’area arida centrale, furono meno colpite e riuscirono a sopravvivere conservando le loro antiche abitudini.
Attualmente, si contano circa 50 000 aborigeni. Alcuni si sono integrati e vivono all’interno delle grandi città, altri, invece, conservano le tradizioni vivendo nelle apposite riserve.
Le leggende aborigene australiane
Ritornando alle leggende, come molti popoli antichi, anche gli aborigeni australiani hanno utilizzato queste storie per spiegare alcuni grandi fenomeni naturali.
Il ranocchio, il wallaby ed il dugongo
Le protagoniste sono due donne madri, Modijia e Mamanduru, la prima con un figlio bello, l’altra con uno brutto.
Un giorno, durante la raccolta del frutti di mare sulla spiaggia, Mamanduru rapì il figlio di Modijia fuggendo nel bosco convinta di non essere vista. In realtà, Modijia la vide, la inseguì e, quando la raggiunse, scoppiò una tremenda lite.
A quel punto, per punizione, il bambino venne trasformato in un brutto ranocchio, Modijia in un canguro e Mamanduru in un dugongo.
Il dugongo è un particolare animale australiano, parente del lamantino, a differenza del quale ha la coda biforcuta.
La donna cannibale
Prupe era una vecchia anziana cieca che viveva in solitudine vicino ad un villaggio nutrendosi dei corpi dei bambini.
Vicino alla donna cannibale, viveva, anche la sorella Koromarange, la quale era a conoscenza del terribile segreto.
Ciò nonostante, un giorno decise di portare con sè la giovane nipote nell’accampamento. La cieca, con il suo sesto senso, avvertì l’odore della bambina e progettò di rapirla in un momento di assenza della sorella, incentivata dalla convinzione che mangiando gli occhi della bimba avrebbe potuto riacquistare la vista. La sorella, intuendo il piano, preparò una trappola mortale: scavò un buco nel terreno collocandovi in fondo dei pali ben appuntiti.
L’anziana ci finì e vi restò infilzata. Oggi, coloro che si avvicinano all’accampamento di Prupe, possono ancora osservare la grande fossa circondata dalla vegetazione bruciata.
Come il Serpente Nero divenne velenoso
I goanna (Mungoongali) erano rettili dalle dimensioni enormi, predatori velenosi che rapivano i viaggiatori solitari per mangiarli.
Il Serpente Nero (Ouyouboolooey), non velenoso, progettò un ingegnoso piano per annientarli.
Strinse amicizia con uno di loro, aggiudicandosi la sua fiducia. Grazie a questo, un giorno, ebbe l’occasione per rubare la sacca contenente il loro potente veleno. Se ne impossessò e fu così che i goanna diventarono innocui, mentre il Serpente Nero divenne velenoso e pericoloso.
L’arrivo della morte
Questa leggenda ricorda in molti dettagli l’episodio biblico di Adamo ed Eva.
Baiame, il Dio del cielo creò Ber-rook-boorn, il primo uomo in Australia, a cui diede, anche, una moglie.
Su un albero di eucalipto che cresceva vicino ad un alveare Dio impose un segno sacro: gli umani non potevano toccare l’albero sacro, le api ed il loro miele.
Inizialmente, questo divieto venne rispettatto, ma un giorno, la donna si ritrovò nei pressi dell’albero e non seppe resistere alla tentazione. Si procurò la legna per il fuoco ed assaggiò il miele.
Con queste azioni liberò Narahdarn, il pipistrello che custodiva l’albero.
L’animale divenne il simbolo della morte, sorte che subirono i discendenti del primo uomo.
Il serpente arcobaleno
Due ragazzi stavano accompagnando degli uomini verso il mare per pescare. I due erano ansiosi di vedere il mare e non rispettarono i consigli di non allontanarsi in solitaria dall’accampamento e di non recarsi sulla spiaggia. Nel primo caso, avrebbero potuto imbattersi nei cani selvatici, mentre nel secondo di Thugine, un serpente marino.
Si recarono ugualmente alla spiaggia ed il cattivo serpente arcobaleno li catturò trasformandoli in due rocce e colorando il cielo con il suo corpo multicolore.
La grande inondazione
I Nurrumbunguttia erano gli antichi abitanti della Terra. Si trattava di uomini e donne in forma di spirito che scoprirono il fuoco e crearono la Via Lattea.
Vissero al buio finchè l’uccello Pupperrimbul creò il Sole.
Un diluvio universale coprì la Terra di acqua. La maggior parte dei suoi abitanti celestiali morirono annegati, altri ancora vennero catapultati in cielo da trombe d’aria, trasformandosi poi in stelle, come Pund-jil, divinità del cielo.
Alla fine del diluvio, l’acqua si ritirò ed i due figli di Pund-jil furono il primo uomo e la prima donna a popolare la terra come essere umani.
Gli spiriti, però, esistono ancora e sono i responsabili delle catastrofi che accadono sul pianeta.
Il diavolo – diavolo di legno
Djarapa era un ottimo artigiano che costruì Wulgaru, un uomo di legno.
A quest’uomo mancava solamente la vitalità umana e, quindi, l’artigiano recitò le potento formule magiche che conosceva e colpì il manufatto con un boomerang. A quel Wulgaru magicamente prese vita.
Immediatamente iniziò ad inseguire Djarapa e ad afferare tutti gli uccelli che incontrava sul suo cammino. La notizia scatenò il terrore nei villaggi vicini. Wulgaru, pur essendo vivo, non respira e, secondo le leggende aborigene, è un diavolo-diavolo che uccide chi non rispetta le leggi delle tribù.
Come fu che il koala perse la coda
I protagonisti della leggenda sono un koala ed un canguro.
Durante un periodo di grande siccità, il canguro era sempre attivo nel cercare delle nuove fonti d’acqua, mentre il koala era pigro e non propositivo. Il canguro, dopo molta fatica, riuscì a trovare delle gocce d’acqua all’interno di un pozzo.
Il koala, purtroppo, tramortì il canguro per approfittarsi del suo lungo lavoro. Il canguro escogitò una vendetta: tagliò con un coltello la coda del koala.
Da quel momento i famosi animali australiani ne sono rimasti senza.
Soli, lune e stelle
Ci troviamo su una terra speciale e misteriosa abitata da lune che rotolano sull’erba e si divertono a passeggiare nel cielo.
Esse, però, non stanno in gruppo, ma si muovono solitarie non sapendo di andare incontro ad un grave pericolo, un gigante. Il gigante vive al di fuori della valle, afferra le lune ed, ogni notte, con un coltello ne taglia una fetta.
Nel momento in cui non ne rimane più nulla, se non tante schegge, le getta nel cielo creando le stelle.
I frammenti di queste lune, durante il giorno si nascondono impaurite dal Sole, mentre di notte tornano a risplendere nel cielo giocando tra loro.
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Kiss Kiss,
Cassandra
#Viaggiando A Testa Alta
ilaria duranti
Che belle storie, che parlano di una tradizione tramandata di padre in figlio, che spero abbia la fortuna di conservarsi a lungo!
Cassandra Testa
Grazie Ilaria, sono contenta che ti sia piaciuto l’articolo. Spero tanto anche io che queste leggende non vadano perdute.
Girovagandoconstefania
Non avevo mai sentito queste leggende che fanno parte delle tradizioni di un popolo a noi molto lontano.
Lianka
Che belle storie, io sono appassionata di miti alcuni li conoscevo ma solo in parte. Mi piaucito molto leggerti
vagabondele
Affascinanti queste leggende!! non le avevo mai sentite, ne nei libri letti ne durante il mio brve soggiorno da Aussie! grazie!!
mariacarla
Bellissime leggende. Storie che si tramandano. Carina quella del Koala un animaletto simpatico, ma da come l’hai raccontato anche biricchino
Sara L'Esploratrice
Che carino questo post! Non sapevo praticamente nulla, certi numeri fanno davvero impressione e sono anche tristi 🙁 Le immagini sono bellissime 😀
Carmen
Che belle leggende…qualcuna la conoscevo, ne avevo letto prima e durante il viaggio in Australia. Vedere da vicino gli Aborigeni e la loro arte è stato emozionante…spero tanto che non vadano mai perdute queste leggende come le loro tradizioni!!!
Agnese - I'll B right back
Brava Cassandra ad aver parlato degli aborigeni, il cui innato scontro con gli europei è forse l’unica grande cicatrice dell’Australia…è importante tramandare le loro leggende, io ne conoscevo solo alcune!
Elisa e Dintorni
Storia e tradizioni attraverso le leggende. Un patrimonio assolutamente da conservare 🙂 Bellissime! Quella dell’arrivo della morte è praticamente cugina di Adamo ed Eva della Bibbia.
Chiara
Che belle queste leggende! Un post originale, che fa conoscere un paese utilizzando una prospettiva diversa! 🙂
Camilla Assandri
Molto carine queste leggende.
Il tuo articolo l’ho trovato originale e di piacevole lettura.
Valeria
Bello! Da quando ho scoperto il tuo blog, l’Australia mi sembra meno lontana 🙂
Cassandra Testa
Grazie Valeria, ne sono contenta ? spero un giorno riuscirai a visitarla perché è veramente fantastica
Valeria
Adoro le antiche leggende e i miti, ma non avevo mai letto quelli aborigeni!! Davvero interessanti!
Cassandra Testa
Hai ragione, è bello scoprire la storia dei popoli!