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Chi sono i Travel Blogger

Questo articolo nasce dalla mia prima esperienza alla Borsa Internazionale del Turismo che si è svolta lo scorso fine settimana a Milano.

Purtroppo, ho trovato molta disinformazione su chi siamo e che cosa facciamo, soprattutto da parte delle piccole realtà.

Ho deciso, quindi, di raccontartelo qui e, se hai domande, non esitare a scrivermi.

Ora vediamo:

Chi sono i Travel Blogger?

Di Travel Blogger non ne esiste solamente uno. Siamo una categoria che comprende diverse tipologie: vi è il blogger generale, che parla delle destinazioni visitate, dà informazioni pratiche, vi è il destination blogger, che si focalizza principalmente su una sola destinazione od, anche, il family blogger, che si concentra sulle attività e/o viaggi in famglia, e molti altri ancora.

Tutti, però, abbiamo una caratteristica in comune: amiamo i viaggi.

Siamo delle persone che rinuncerebbero a tutto, pur di partire per una grande avventura. Adoriamo esplorare tutti i luoghi della Terra, scattare delle fotografie spettacolari e raccontare le nostre esperienze.

La nostra passione
La nostra passione

Bisogna, però, distinguere tra chi apre un blog solamente per diletto da chi ha intenzione di farne una professione. Per il primo, è molto probabile che la sua attività si restringa solamente alla pubblicazione di articoli sul web senza alcun controllo della grammatica, dell’ottimizzazione etc.

Il Travel Blogger professionista, oltre al classico blog, curato, ovviamente, nei minimi particolari, è attivo anche sui social (Facebook, Twitter, Instagram, …). La sua attività non è ristretta alla sola scrittura di articoli di viaggio. Vi è ben di più, ma di questo ne parlo meglio un po’ più sotto nel paragrafo dedicato al lavoro dei travel blogger.

Personalmente, ho aperto questo blog per condividere con gli altri le mie emozioni, per trasmettere quello che provo visitando una certa nazione od un certo luogo.

Mi piace poter aiutare una persona a scegliere una certa destinazione, piuttosto che un’altra, dargli le dritte giuste su cosa vedere e quello che non bisogna assolutamente perdere, accompagnarla nella miriade di trasporti che una città può offrire…

Insomma, questo è quello che vorrei trovare su un Blog di Viaggi ed è, perciò, ciò a cui mi ispiro e che cerco di offrire.

Il lavoro da Travel Blogger

Eh si, il nostro è un vero e proprio lavoro.

Non si tratta solamente di scrivere un articolo, metterci qualche foto e mandarlo in pubblicazione.

Solo, dal punto di vista degli articoli ci sono ore e ore di lavoro: dobbiamo leggere e rileggere per controllare che non ci siano errori, inserire il giusto numero di foto per non stancare il lettore, inserire dei link ad altri articoli correlati …

Altro scoglio è l’ottimizzazione SEO. All’inizio dell’attività non sapevo nemmeno di che cosa si stesse parlando, ma, dopo molte ore di studio, l’ho capito ed ho dovuto mettercela tutta per applicarla.

Si tratta dell’ottimizzazione degli articoli nell’ottica dei motori di ricerca, cioè le caratteristiche che l’algoritmo di questi portali (Google, in particolare) cerca nei post per visualizzarli tra i risultati. Devo dire che non è assolutamente semplice, molte volte cambiano e bisogna rivedere tutti gli articoli.

Il piano di lavoro di un Travel Blogger
Il piano di lavoro di un Travel Blogger

Altra nostra grande attività, è la promozione sui canali social.

Facebook, Twitter, Instagram sembrano tutti uguali, ma in realtà ognuno ha un target diverso e bisogna preparare dei post ad hoc. Quello che funziona come post su Facebook, non è adatto per Instagram e nemmeno per Twitter.

Insomma, il Travel Blogger trascorre metà della sua vita a viaggiare, fotografare ed informarsi, e l’altra metà davanti ad uno schermo per creare, nel modo migliore possibile, i frutti del suo lavoro.

Il lavoro del Travel Blogger non consiste solamente nel mero racconto di viaggio o nella recensione di strutture, il Travel Blogger trasmette emozioni. Invoglia chi lo legge a prendere valigia, qualche vestito e partire all’avventura. 

I follower? Ma tanto li comprate tutti!

Questa affermazione mi è stata fatta da un famoso Ente del Turismo.

Sono rimasta spiazzata, non pensavo si avesse una così bassa considerazione della nostra categoria.

Per l’errore di pochi, si è creato un grande stereotipo.

La mia risposta è stata: “Purtroppo ci sono stati alcuni che nella grande voglia di crescere e di affermarsi, hanno deciso di ricorrere a stratagemmi non convenzionali. La maggior parte di noi Blogger, peró, passa ore e ore della sua giornata davanti allo schermo a lavorare e a cercare di migliorarsi ogni giorno per ricevere anche un solo misero like!

Io stessa, non ho ancora molti seguaci, ma ho costruito la mia community lavorando sodo, trascorrendo ore nello scrivere al meglio un articolo, nello scegliere la parola chiave giusta per comparire nei risultati di Google, nell’ottimizzare le immagini per non rallentare il caricamento delle pagine, nel condividere su Facebook, nel creare la foto perfetta per Instagram…

Follow your heart
Un follower con il cuore, vale più di 100 follower anonimi

Credo che un follower, un Mi Piace, un Like od una condivisione conquistato per la propria passione e frutto di ore di duro lavoro, valga 100 volte di più di 1 000 acquistati spudoratamente dall’India o da qualche altro Paese o frutto di uno delle centinaia di stratagemmi che ogni giorno nascono su Internet.

Sarà sicuramente quella persona che ti segue spontaneamente, che poi durante un tour, un viaggio od un’escursione commenterà i post ed interagirà con il tuo sito.

Purtroppo, un Ente, od un possibile collaboratore, se ha davanti due blog, uno con una community di 1 000 utenti e l’altro con 10 000, punterà sul secondo.

Di quei 10 000 seguaci acquistati,però, solamente 2 – 3 o forse nessuno, seguirà il blog durante il viaggio.

Scegliere il blog giusto
Scegliere il blog giusto

Vorrei, inoltre, rispondere ad un altra affermazione che mi è stata rivolta: “L’anno scorso abbiamo effettuato il nostro primo blog tour, ma non abbiamo avuto il riscontro aspettato. Quindi, non credo che replicheremo!“.

Sul riscontro che si ottiene dalla collaborazione con un blog, ci sono numerose variabili in gioco.

Per prima cosa, il tipo di blogger che puoi ingaggiare. Se hai poco budget, difficilmente riuscirai ad ottenere la partecipazione dei migliori travel blogger nazionali e dovrai “ripiegare” su blog di dimensioni più modeste. Il risultato finale si adeguerà di conseguenza.

Ciò, però, non vuol dire che non ti tornerà indietro nulla.

Tutti dobbiamo avere la possibilità dì crescere e quel blog che ora ha pochi follower, fra 1 anno ne potrebbe avere il doppio od anche il triplo.

Secondo aspetto che influisce molto sul riscontro, è il target dei blog scelti. Se sei una catena di hotel di lusso e scegli un backpacker blog (per chi non lo sapesse, si tratta di blog che parlano di viaggi con lo zaino in spalla), sicuramente il suo pubblico non sarà interessato a viaggi a cinque stelle.

Tu cosa ne pensi dei Travel Blogger? Hai qualche domanda? Scrivimi pure qui sotto!

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Kiss Kiss,

Cassandra

Mi chiamo Cassandra, sono una giovane ragazza di Milano. La mia più grande passione è viaggiare. Adoro visitare nuovi paesi e scoprire le culture locali. Viaggiare è un'esperienza di vita che ti accresce ogni volta. Da ogni viaggio non tornerai mai come sei partito! #LastCallForWhereverYouWant

Comments:

  • Gennaio 6, 2018

    Bisognerebbe scrivere un articolo a più mani per far capire a enti ed eventuali clienti il valore del lavoro di un travel blogger. Anche io ritengo che sia meglio puntare su chi ha 10 follower veri rispetto a chi ne ha 100 falsi. Ma vaglielo a spiegare! E poi non sempre, non tutto è numero. La qualità dovrebbe venire per prima e non sempre è ripagata da calcoli matematici

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  • Gennaio 12, 2018

    Ciao Cassandra, mi piace moltissimo questo post. All’inizio mi stavo emozionando, mi sono rivista. Dovremmo scrivere davvero più post al riguardo e farci conoscere.

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  • Gennaio 13, 2018

    Purtroppo è così. Il mio family travel blog è nato nemmeno un anno fa, mi sto impegnando per entrare in diverse community di viaggi e costruire il mio network e ho anche “osato” chiedere delle collaborazioni ad aziende e ad un ente del turismo.
    Purtroppo la risposta di quest’ultimo è stata negativa, lavorano solo con grandi numeri…

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  • Febbraio 3, 2018

    quante cose vere hai detto! mi sono ritrovata in tutto! putroppo non è facile farsi strada. La cosa importante è crederci e continuare a scrivere per passione. I risultati arriveranno…

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  • Marzo 2, 2018

    La BIT è stata un’esperienza disastrosa per quanto riguarda le attività legate ai blogger e avrei anche tanto da dire su come viene gestito il marketing turistico in Italia… purtroppo se per noi è un blogtour perso per i professionisti del settore puntare ai grandi numeri anziché a blog con piccole community attive porta solo a perdite tempo e prima o poi se ne accorgeranno!

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  • Marzo 10, 2018

    Non sono d’accordo sul fatto che chi scrive solo per passione non curi i contenuti o abbia un blog di serie B. Alle proprie passioni si possono dedicare tempo, cura, attenzione, studio e voglia di migliorare, senza per questo avere la pretesa di trasformare una passione in un lavoro. In questo momento e’ un pullulare di travel blog: piccoli o grandi, freschi freschi o con tanti anni alle spalle, ed in questo mare magno e’ molto difficile emergere e distinguersi. Questo pero’ non siginifica che non si possa comunque curare la propria passione per il gusto di farlo.

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  • Marzo 19, 2018

    Hai ragione Cassandra! Da un errore di alcuni si è creato uno stereotipo con questa storia dei follower purtroppo!

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  • Marzo 26, 2018

    Hai proprio ragione! Spesso mi imbatto in blogger o influencer con un numero spropositato di follower e mille collaborazioni, ma con una pochezza di contenuti e argomenti indescrivibile. Purtroppo, per colpa di chi si compra like e seguaci, le piccole realtà vengono lasciate in secondo piano.. Anche se il loro lavoro è davvero di qualità. Che fatica! Ma non dobbiamo demordere mai!

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  • Aprile 6, 2018

    Più che di follower, bisognerebbe tornare a parlare di lettori.
    Un blogger è colui che cura un blog e i social sono “solo” un mezzo per amplificare il messaggio.
    La base dovrebbe sempre essere un’esperienza raccontata, in primis, a parole. O almeno nella sua sostanza più forte. Per me il problema, al giorno d’oggi, è proprio questo.

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  • Paola

    Aprile 6, 2018

    Mi è piaciuto molto il tuo articolo anche se, per il momento, non me la sento ancora di definirmi una travel blogger a tutti gli effetti. Credo non basti registrare un dominio e pubblicare qualche post per definirsi blogger, credo ci voglia tempo, dedizione e impegno per riuscire dove tanti altri hanno fallito. Comunque mi piace il tuo spirito, si vede che ci credi quindi… continua così!

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  • Alessandra

    Aprile 13, 2018

    Sono d’accordo con te. Se gli Enti ingaggiano i Travel Blogger basandosi solo sui numeri (che magari sono finti) poi non si possono lamentare che il loro progetto non vada a buon fine. Dovrebbero come minimo usare degli strumenti per capire se quei numeri sono reali, o no? Speriamo che col tempo tutti riescano a capire il valore del lavoro dei Travel Blogger.

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  • Agosto 2, 2018

    Innanzitutto mi fa piacere che tu abbia spiegato in modo chiaro chi sono i travel blogger e che tu abbia parlato anche dei destination blog. Perchè, una volta, mi sono sentita dire che, siccome il mio è un destination blog non si può considerare un travel blog a tutti gli effetti.! Quindi grazie per questo articolo. 🙂

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  • Ottobre 14, 2018

    Apprezzo in pieno i tuoi contenuti e l’obiettivo di far capire al mondo cosa facciamo, quanto lavoro c’è…Qualcuno sta forse iniziando a comprenderlo anche in Italia, ma il panorama medio, anche dopo i confronti appena avuti al TTG, è ancora assai indietro!!!

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  • Novembre 16, 2018

    Un’affermazione come quella che riporti, sentita dire da un Ente del Turismo, è una cosa molto grave. Se non ci credono neanche loro dove si può pensare di andare? Hai fatto bene a mettere le cose in chiaro. Anche perché chi inizia questo percorso deve sapere bene cosa c’è dietro. Una passione ma anche tanto, tanto tempo.

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